L’ultima canzone di Billie Holiday

“Ai bei tempi era uno sbuffo di sangue dal ring sullo sparato della camicia in prima fila, a restare come un autografo; c’era chi ne faceva collezione, li incorniciava nell’ingresso di casa, il nome del sangue scritto sotto: Joe Louis e Billie Holiday erano i pezzi pregiati”.

Un testo originale, una strana metafora che paragona i cantanti jazz ai pugili, parole e musica per raccontare la più grande vocalist che il jazz abbia mai avuto: Billie Holiday. Lady Day, come l’aveva soprannominata Lester Young (mister Pres), aveva una personalità e una forza nel cantare unica, sapeva trasmetterti tutto il dolore delle sue parole, la rabbia dell’ingiustizia del razzismo, la malinconia dell’assenza di un Amore e la testarda tenacia della sua lotta contro un mondo pensato per soli uomini.

Accanto a lei la figura di un uomo, Pres; furono soltanto amici “Billie cantava e Pres rispondeva, Pres suonava e Billie continuava; avevano la stessa voce, ed il loro dialogo dentro le canzoni è diventata una leggenda per tutti.

Un rimpianto per due. L’amore è una canzone che una voce e un sax conoscono ma che non canteranno mai”.
Le parole scivolano passando da un narratore all’io narrante di Billie, la musica completa il testo e Billie Holiday svela la sua storia. Il finale? Bè, sappiamo tutti come va a finire questa storia…

Testo: Matteo Labati
Voci recitanti: Sara Marenghi, Cristina Spelta

Musiche:
Gianni Azzali, sax
– pianoforte
– contrabbasso
batteria

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