Questo spettacolo nasce da un lavoro collettivo che si è sviluppato su diversi livelli.

Ci piaceva l’idea di parlare del lato oscuro delle donne, della loro parte inquieta, a volte cattiva, nascosta, che in alcuni casi spinge le donne a compiere azioni illegali o contrarie al normale senso di giustizia.

Abbiamo pensato che il carcere come ambientazione potesse fare al caso nostro.

Ci siamo documentate leggendo alcune testimonianze di donne in carcere e alla fine ci siamo accorte che più che parlare del perché queste donne si trovavano rinchiuse erano i loro pensieri, la loro vita di ogni giorno, le loro speranze, le relazioni tra di loro ad essere interessanti e a coinvolgerci.

Così ogni attrice ha creato un proprio personaggio con un suo nome e una sua storia e il tutto è stato cucito su uno spunto teatrale che ci è stato suggerito da una scena dei “Dieci Comandamenti” di Raffaele Viviani.

Così, tra concretezza poesia e musica nasce “Ballata della cella numero tre”: il nostro personale omaggio alla parola “libertà”.

Scheda spettacolo

In scena: attrici da 8 a 10
Esigenze tecniche
palco min 6×6. Possibilità di appendere catene che dall’alto cadano verticali sul palco. Piazzato caldo. Una lampadina al centro del palco
Durata: 50 minuti circa

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