A volte, quando , con il pensiero torno indietro, ho l’impressione che quello che ho vissuto non sia parte della mia vita, che ciò che ricordo non appartiene a me. Poi mi rendo conto che tutto ciò è realmente accaduto e mi scopro felice, felice di essere al mondo, di avere un figlio, un compagno e degli amici veri.
Ho conosciuto un ragazzo, dodici anni fa, bello, con incredibili occhi verdi, intraprendente, sicuro di sé. Ho capito dal primo momento che avrebbe segnato la mia vita. L’ho frequentato anche se qualcosa in lui non mi convinceva, ho sentito che le parole che pronunciava non erano sincere, ma sono andata avanti lo stesso. Quando mi ha detto di essere sterile gli ho creduto, anche se una voce nella mia testa mi metteva in guardia, ma io non l’ho voluta zittire, ho scelto di non ascoltarla e, dopo nove mesi ho partorito mio figlio. Sono diventata mamma a 23 anni di un uomo che conoscevo appena. Mi sono sposata e sono andata a vivere con lui, che non lavorava quasi mai, perché i datori di lavoro erano sempre persone che non lo capivano e lo licenziavano quasi subito. Badavo a mio figlio e stavo dietro agli umori di un uomo che non ricordo il perché ;, ma riusciva a farmi fare qualsiasi cosa volesse.
Urlava di amarmi, lo gridava talmente forte da riuscire a coprire il rumore dei miei singhiozzi. Ma io non potevo smettere di piangere, mi facevano male i piedi, sanguinavano ed erano pieni di vetri, aveva rotto qualcosa e non ricordo nemmeno il perché. Per farmi stare zitta mi scuoteva, ma forse non sapeva che così mi faceva ancora più male. I lividi poi, per fortuna andavano via, non subito però, prima dovevo sempre raccontare di essere scivolata o di aver sbattuto, mi sentivo sciocca e maldestra. Non so dopo quante botte ho deciso di dire basta, ma ricordo con chiarezza il momento: ero in Sardegna a casa di amici ed ero stata così sbadata da perdergli una maglietta a cui teneva tanto, naturalmente si è arrabbiato e allora mi ha preso per il collo, ricordo di aver pensato che, se non era quello il giorno, prima o poi mi avrebbe ucciso, e non potevo più dargli la possibilità di fare del male a me o al mio bambino.
Ma non è facile staccarsi da un uomo che, per anni mi ha picchiata, insultata e derubata dei soldi per poi usarli nei night.
E’ così difficile dire addio ad un marito che non ha perso occasione per tradirmi anche nel mio stesso letto. In fondo nessuno può essere così crudele e cattivo, sicuramente devo aver fatto io qualcosa di sbagliato, devo averlo infastidito in qualche modo, forse cucinandogli qualcosa che quel giorno non voleva, o indossando una maglietta che a lui non piaceva.
Ed eccoli, in quel momento gli amici, quelli veri. Arrivano e ti aprono gli occhi, ti spiegano che è lui ad essere sbagliato, che quella che stai vivendo non è la normalità, che una moglie non deve essere picchiata.
Ed io mi fido. Ci credo, prendo le loro mani e, con tutta la forza mi do la spinta per uscire da quel mondo che non voglio più sia il mio.
Ci metto anni a riprendermi, a calmare mio figlio, ad insegnarli che morsi e sberle non servono ad amare qualcuno. A togliermi dalla testa che, essere amati non vuol dire essere ricoperti di lividi e tagli.
A farmi capire tutto questo ci sono tutti loro:
Memole
Pateo
Gneppa
Loro che mi hanno insegnato ad avere rispetto della mia vita, che mi hanno fatto capire che era lui Il Vile!
E poi lui, Mirio, l’uomo che mi ha insegnato a volermi bene, che mi è stato vicino, che ha formato con me una famiglia, facendo diventare mio figlio, nostro figlio,l’uomo di cui sono innamorata.

Agli amici veri grazie!!!

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