Furtive geografie

prostituzione

Hanno fissato in trenta denari, il prezzo dell’offesa.
La donna è stata tradita di più e prima, del dio.

Due monologhi, due storie tra le tante che hanno come fattore comune la prostituzione.

Due storie: quella di Alina, dal degrado famigliare alla rassegnazione della vita di strada; e quella di Tanja (di famiglia più agiata), che per l’amore per un ragazzo finisce tra i tavoli e i parcheggi di squallidi locali.

La scena è scarna: sedie, vuote come posti di lavoro per le prostitute, come oggetti che evocano il loro percorso, come luoghi di incontro. E corde come legami, come persone, come vincoli.

I due monologhi vengono “semplicemente raccontati”, come a dare corpo e voce a chi non può averli o a chi, per troppo tempo, non ha potuto averli.

Le parole sono dure, concrete, reali concedendo comunque spazio anche alla poesia dei sogni e delle fantasie che ogni donna ha.

Testo: Matteo Labati.
Regia: Cristina Spelta
Attrici: Sara Marenghi, Cristina Spelta/Maria Spelta

In scena: attrici 2
Esigenze tecniche: palco min 6×6. Possibilità di appendere corde che dall’alto cadano verticali sul palco. Piazzato caldo. Un faro a pioggia blu nella seconda metà del palco.
Durata: 50 minuti circa

Filters: