spettacolo al Melville

spettacolo al Melville

Il ritratto di Dorian Baker
– un assolo per Chet

Giovedì 27 marzo 2014
Melville Caffè Letterario
Via Dante Alighieri – San Nicolò PC
inizio ore 22 – ingresso libero

Il ritratto di Dorian Baker – Un assolo per Chet” è il titolo di una produzione firmata Piacenza Jazz Club. Un monologo musicale sui testi di Matteo Labati che sarà presentato al caffè letterario Melville giovedì 27 marzo in quanto inserito nella rassegna “Piacenza suona Jazz!”, collaterale al Piacenza Jazz Fest 2014. Le voci recitanti sono quelle di Sara Marenghi e Cristina Spelta, del gruppo teatrale “Le Stagnotte” e i musicisti sul palco sono Gianni Satta alla tromba e flicorno, Erminio Cella al pianoforte e Mauro Sereno al contrabbasso.

La tromba di Chet Baker era una ragazza dalle gambe lunghe, attraversava le canzoni come un’indossatrice. Brillava, abbagliava, faceva chiudere gli occhi; era come ascoltare musica controsole. Era uno schianto, non ha messo una ruga, fino alla fine.
Era lui, che le rubava tutte. Non avrebbe mai permesso alla sua tromba di accusare il tempo: il senso del tempo, quello era il suo dono e suo sarebbe stato anche il sacrificio. La tromba di Chet non ha mai smesso di sembrare nuova, mentre lui si usurava. E’ una variante perversa e rovesciata del mito di Dorian Gray: lui manteneva un volto immacolato e attraente, per sempre giovane, perché era il suo ritratto ad invecchiare e a portare traccia di ogni eccesso e malvagità del suo proprietario; Chet, al contrario, bello e levigato come la sua tromba, all’inizio, ha preferito rabbuiare e sconvolgere il proprio viso, per conservare ad ogni costo integra l’innocenza e la luce della sua tromba.

Ha rinunciato alla sua bellezza, preferendogli quella della sua musica. Ha usato la sua faccia come un pozzo, nel quale scaricare i fondi delle emozioni, la parte tossica e corrosiva, la feccia del sentire, quella che avrebbe guastato il suono. A lui importava solo della musica. La sua faccia piaceva alle donne, non a lui. E le donne piacevano a lui, ma più che altro perché c’erano già; non avrebbe perso tempo, a cercarle lui. Non era il tipo. Lui era romantico solo per “interposta tromba”. 
Baker ha avuto mogli, amanti, amici, seguaci; sempre, ovunque: senza mai interrompere la propria solitudine. Solo la sua tromba potrebbe dire di avere davvero vissuto con lui; di essere stata davvero amata da lui. Solo lei sapeva chi era. Solo lei non ha mai smesso di essere importante. Lei, e la droga naturalmente, le donne della sua vita.
Ne “Il ritratto di Dorian Baker” è proprio la tromba di Chet a sfogarsi, a dare vita ad una confessione esasperata, ma innamorata, complice, eppure gelosa, tanto onesta quanto trasognata, della sua vita baciando Chet.

Giovedì 27 marzo
Sara Marenghi e Cristina Spelta voci recitanti
Gianni Satta tromba e flicorno
Erminio Cella pianoforte
Mauro Sereno contrabbasso
Testi di Matteo Labati

 

Ingresso libero

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