Gian Guido aveva deciso, avrebbe violentato Mara alla prima occasione.
Non era una decisione istintiva l’aveva meditata a lungo, lui amava Mara… l’amava più di se stesso, la conosceva da qualche anno, almeno cinque o sei. Erano amici, in certi periodi erano stati quasi inseparabili, uscivano spesso insieme, andavano al cinema a feste a varie iniziative culturali.
Poi lui le aveva esternato il suo amore, non poteva che finire male lei gli aveva detto che lo considerava un grande amico quasi un fratello maggiore ma niente di più, non poteva amarlo; anzi la cosa la aveva fatta sorridere.
Lui non poteva più tornare indietro,fare finta di niente comportarsi come un amico, cercò di non frequentarla più. Passarono vari mesi, lei si rifece viva con una scusa qualunque, lui non riuscì a respingerla (dopo tutto era stata l’unica donna che aveva dimostrato un po’ di interesse nei suoi confronti in tutta la sua miserabile vita, anche se anche lei non lo amava).
Pensò che era meglio di niente, pensò che se il telefono ogni tanto suonava e dall’altra parte c’era una voce femminile avrebbe interrotto per un po’ la sua solitudine,pensò che uscire con lei l’avrebbe fatto sentire meno strano meno isolato dal resto del mondo, pensò che gli sarebbe bastato quel poco di affetto che lei gli avrebbe potuto dare.
Ovviamente  non andò così,lui la amava e più le stava vicino e più la voleva, e più la voleva e più era geloso di quelli con cui lei civettava, quindi stava più male di prima e si sentiva più isolato triste e reietto che mai.
Lei lo trattava come un essere asessuato, non si preoccupava di ferire la sua sensibilità, flirtava con gli altri uomini davanti a lui e si sentiva nel giusto, gli aveva spiegato che lei lo considerava solo un amico e quindi tutto era chiarito.
Ma Gian guido aveva altri problemi, non era una persona normale era uno che non ce la faceva più.
Tutti lo prendevano in giro: amici,colleghi di lavoro, conoscenti, senza considerare le voci che giravano per il paese. Tutti dicevano che era gay omosessuale o con termini più grezzi culattone o frocio.
Anni prima aveva conosciuto una ragazza; una certa Debora con l’acca, le aveva scritto poesie e le aveva fatto un ritratto ad acquerello per dimostrarle il suo amore, lei gli aveva detto: sei un tipo strano, sarai mica gay?
Lui non aveva reagito; un uomo vero le avrebbe risposto :-ti faccio vedere io se sono gay- e l’avrebbe presa di forza, lui invece restò li ferito a pensare che forse aveva ragione Debora forse era un po’ gay e non se ne era mai accorto.
Comunque adesso era cambiato non avrebbe sopportato più le umiliazioni delle ragazze che lo consideravano un ritardato e le risatine dietro le spalle dei colleghi che lo consideravano un culattone.
Aveva finalmente capito…le donne volevano uomini forti, uomini autoritari, uomini sicuri di se(senza dubbi), insomma dei macios. d’altra parte erano i modelli che propinava la tv l’uomo che non deve chiedere mai, il tronista, il Fabrizio Corona. Si era sentito per anni l’unico che non aveva accesso alla sfera di emozioni che comportava il rapporto con l’altro sesso, si era sentito escluso, la sua identità sessuale era stata negata, solo perché era timido, gentile, accondiscendente e aveva cercato di capire le donne.
Ma adesso era tutto chiaro sapeva cosa fare, aveva un piano avrebbe violentato Mara e avrebbe dimostrato a tutti che era un vero uomo, l’avrebbe dimostrato ai colleghi a Debora con l’acca e soprattutto a Mara.
Mara era forse l’unica che non meritava questa cosa (si diceva), ma non sopportava che neanche lei (che a volte sembrava capirlo) lo prendesse sul serio come uomo, ma lo considerasse solo un amico asessuato.
Da qualche settimana non vedeva Mara, per sua scelta, da quando  aveva deciso che non vederla più lo avrebbe fatto soffrire meno!
Ma venerdì sapeva che lei sarebbe andata con un suo amico ad un concerto di Capossela, quella sarebbe stata l’occasione per avvicinarla.
Ci andò; sicuro, lucido, cattivo, determinato come non era mai stato in tutta la sua vita, ma iniziò a bere qualche mojto per non rischiare che gli venissero dei dubbi!
Quando la vide si avvicinò la  guardò senza parlare, salutò il suo amico( lo conosceva), lei invece gli sorrise – ciao Gian, come stai ? è un po’ che non ci vediamo-(come se non fosse successo niente).
Lui le rispose – sopravvivo- e si allontanò, aspettò che lei andasse a prendere qualcosa da bere al bar del locale le si affiancò le mise una mano sul culo, lei si voltò di scatto, aveva un espressione tra l’incredulo e lo stizzito,rimase per qualche secondo a fissarlo quasi la sua mente non riuscisse ad accettare quello che vedeva, poi – ma cosa fai? Sei matto? Non permetterti mai più di fare una cosa del genere!
Lui la fissò, fermo, non era imbarazzato- ti ci dovrai abituare,credevi che fossi innocuo;non è così,sono io che comando il gioco, sono più forte,sarò il tuo incubo peggiore!
Lei non capiva, non riusciva a metabolizzare la trasformazione di Gian Guido e cominciava ad avere paura di lui.
Lui percepiva la sua paura e questo gli dava forza cominciava a sentirsi bene, vigoroso, padrone del suo destino, e di quello di Mara, ora non si sarebbe fermato.
Aspettò … passò più di un’ora poi lei uscì dal locale a fumare, la seguì senza farsi notare, le arrivlò alle spalle, la abbracciò stringendo tra le  mani i suoi seni, lei d’istinto cercò di divincolarsi ma non riusciva parlare o a gridare, non capiva, aveva ancora in testa l’immagine di Gian Guido come di un bravo ragazzo.
Lui continuava a stringere da dietro i suoi seni tra le mani, sentiva la sua paura, l’odore dell’adrenalina, le vibrazioni della cassa toracica sotto i seni; si sentiva forte, eccitato, padrone finalmente del suo destino.
Aveva perso le inibizioni, le timidezze,e anche il timore del giudizio degli altri … aveva un’erezione e voleva scaricarla su Mara. Ma c’era gente nei pressi e con un ultimo barlume di lucidità, di autocontrollo sociale riuscì a contenere le pulsioni ormai incontenibili.
Si staccò da lei con fatica, lei si voltò e lo guardò; era uno sguardo di biasimo, di compianto, di delusione.
Non era quello che voleva, ancora una volta era sconfitto cercava amore e aveva ottenuto paura!
Dopo tutto era solo un animale ferito che attaccava per paura… era un cane che aveva scodinzolato e fatto le feste per anni, e come tutti i cani non pretendeva cibo ma un po’ di affetto, una carezza, uno sguardo tenero. Ma non aveva ottenuto niente, era triste e incattivito e quindi  aveva deciso di mordere, ma così facendo aveva ottenuto solo disprezzo.
Cosa fare ora ? non  riusciva più a sostenere la parte dello stupratore, non era credibile, soprattutto non ci credeva lui che potesse essere la soluzione dei suoi problemi.
La guardò con tenerezza come per scusarsi ma non disse una parola si girò e andò verso la macchina. Era confuso … emozioni contrastanti … da un lato era felice, non erano riusciti a cambiarlo, non era diventato un uomo che non deve chiedere mai. Dall’altro si sentiva disperato più che mai, sarebbe stato tutta la vita un disadattato o meglio un inadeguato ….forse era meglio suicidarsi, ci pensò seriamente per qualche minuto poi andò a casa prese un grosso foglio di carta e scrisse con un pennarello a caratteri cubitali “non c’è amore per Gian Guido!” e lo appese sopra il letto.
Pensava: mi hanno preso per il culo, ci stanno prendendo tutti per il culo! Intellettuali, sociologi, psicologi ci raccontano quotidianamente che viviamo in un paese moderno, in una società emancipata dai vecchi schemi culturali. In realtà la nostra società e ancora radicalmente maschilista e sessista, e ci devi fare i conti giorno per giorno….c’ero quasi cascato anch’io!

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Comments are closed.