Madre, ho visitato il mondo tante volte aggrappata ai tuoi capelli
appena sono nata erano una corda,  dopo sono diventati una boa, un ombrello, un fiore giallo
poi tutto è cambiato, mi attaccavo ogni sera a te tenendomi stretta alla tua chioma
per fermarti mentre salivo sulla giostra del sonno, per non farti uscire dal letto e infilare in fretta l’abito da sera.
Ma tu ci riuscivi sempre, mamma, a dileguarti in spazi siderali.
La notte sogno ancora di avere paura.
Che il mare è blu e viola, e che qualcuno mi porta via.
Qualche volta ho sentito la nonna piangere piano per non farsi sentire.
Quando tornavi  era già mattina presto, ma tu dicevi sempre che io dovevo stare calma
– Non è vero che torno sempre dalla mia piccola?
E non riuscivo a dirti mai che eri una bugiarda,
e che una volta, invece, non eri tornata a casa per niente.
La nonna aveva detto alle vicine che eri in ospedale con le costole rotte.
Mamma, da un po’ di tempo sei diventata più tranquilla, adesso resti a casa con il pigiamone rosa
e senza trucco
e io non odio più lo specchio del bagno che si accende tutto con il neon,
non odio più la borsetta con tanti rossetti diversi.
Non odio più la porta di casa.
Adesso mi aiuti a fare  i compiti e non stai sempre a parlare al telefono con qualcuno.
Mamma, tu sei più bella di una perla, più bella di tutte le mamme che conosco,
più bella di un’attrice della televisione.
Ti ricordi che avevo paura di Blake, finché non sono diventata più alta di lui?
e ora riesco anche ad abbracciarlo? ecco: ora neppure di te ho più soggezione
perché ho otto anni e sono diventata grande
e anche se a volte sei triste, non riesco più a stare zitta.
Io ho dentro il fuoco, ho dentro caldo se c’è un’ingiustizia,
e non mi piace quando ti svegli e sei troppo nervosa,
non voglio più che litighi con la nonna.
Io mi ricordo di quei signori che mi facevano tante domande
e non dicevo mai a loro che cucinava sempre la nonna, non tu.
Mamma, adesso che sono grande ho dei desideri:
che i miei nonni, gli zii, Blake, la mia maestra stiano sempre con me
e che tu e io mangiamo qualche volta con gli altri, come l’altra sera
senza che nessuno di voi gridi o dica qualcosa di brutto.
Vorrei un po’ di silenzio, di calma, che non si agiti sempre il mare
dove io e te stiamo, insieme, sempre, e qualche volta siamo contente.

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